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Eleonora Mazzarini madrina di una partita di calcio nel carcere di Rebibbia

Data pubblicazione: 22-03-2015

Eleonora Mazzarini madrina di una partita di calcio nel carcere di Rebibbia

Una “giornata memorabile”: “sì allo sport, no alla violenza”

Un minuto di raccoglimento per i quattro italiani uccisi a Tunisi nell’attacco terroristico al Museo del Bardo, le cui salme erano appena rientrate all’aeroporto militare di Ciampino, ha aperto una singolare partita di calcio nella casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso, a Roma. In campo, la squadra del carcere, composta da detenuti e Polizia penitenziaria, e quella dell’Associazione Culturale Italia, organizzatrice dell’incontro, il cui presidente, Alessandro Biasiolo, ha sostenuto che “lo sport viene così vissuto come strumento di prevenzione del disagio, di cura e contenimento, di riparazione, mediazione e ricomposizione”.
E’ stata Eleonora Mazzarini, romana, “Prima Miss dell’anno” di Miss Italia a dare il calcio di inizio e a distribuire poi alcuni doni destinati ai figli dei detenuti, mentre risuonava sul campo la voce di Luigi Giannelli, sostituto commissario e responsabile delle attività culturali e sportive del carcere, oggi anche speaker: “Stiamo vivendo una giornata memorabile per il suo significato e per l’appello che parte da questo luogo: sì allo sport, no alla violenza di ogni tipo e in particolare, in questo momento, alla violenza che uccide i popoli”.
Eleonora, accompagnata dal padre, Marco, fotografata con i detenuti che, specie i più anziani, le raccontavano la loro storia, rifletteva alla fine sulle opportunità offerte da Miss Italia alle sue miss: “sono venuta a contatto con una realtà e una umanità di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza. Voglio ringraziare Patrizia Mirigliani perché il suo concorso è formativo, educativo e, in questo senso, di grande sostegno alle ragazze”.
“Far riemergere, recuperare, la legalità, il rispetto delle regole e delle persone in coloro che proprio in questo sono mancati: ecco il senso delle iniziative, di cui oggi abbiamo visto un esempio, spiegato dal direttore di questo settore di Rebibbia (1500 detenuti), Paolo Mariani. “Per i detenuti è importante - ha aggiunto - questo contatto con la realtà”. Le attività che riguardano lo studio (50 detenuti sono universitari), il lavoro, i diritti sociali, la salute sono in primo piano, seguite e rispettate, ha concluso il direttore.
Sul campo, le squadre hanno offerto una dimostrazione di buon calcio: d’altra parte il loro campionato interno (due squadre per reparto, otto in tutto) è a metà del cammino e anche la Nazionale di Rebibbia ha un buon comportamento.
I giornalisti hanno infine incontrato la redazione di “Dietro il cancello”, il giornale interno del carcere che fa parte del progetto di “Gruppo idee” per il “reinserimento sociale dentro e fuori le carceri”. E’ un periodico vero e proprio, diretto da Federico Vespa.

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